La variante di Luneburg - Paolo Maurensig 

11.02.2021

Paolo Maurensig

Approdato alla scrittura dopo aver fatto l'agente di commercio, Maurensig si è affermato con "La variante di Lüneburg", diventando a tutti gli effetti parte integrante della narrativa moderna italiana. 

Uno strano finale

La variante di Lüneburg si è fin da subito dimostrato un romanzo capace di intrigarci e incuriosirci, facendoci immergere completamente nella storia per mezzo di alcuni espedienti narrativi molto particolari.

Durante l'incontro, molto è stato criticato il finale, Maurensig infatti è riuscito a creare un così fitto intrigo narrativo da rendere quest'ultimo abbastanza dubbio per molti, suscitando in alcuni una profonda curiosità e, di fatto, costituendo un elemento fondante del libro.

La scelta di un finale aperto è molto azzardata, in quanto sicuramente rappresenta un elemento apprezzato da molti, potendo infatti diventare la base per un importante spunto di riflessione, al contempo però potrebbe non essere del tutto compreso, andando quindi a rovinare una narrazione, nel complesso, lineare.

La cosa è quindi molto soggettiva, ma a noi "La variante di Lunebürg" è piaciuta, grazie alla sua capacità di coinvolgere e al modo molto particolare con il quale un argomento così delicato è stato trattato.

Una lettura piacevole e ponderata in tutti i suoi aspetti. 

Un'argomento inaspettato 

Inaspettato è stato l'argomento affrontano nella parte finale del romanzo ovvero l'olocausto.

Il particolare espediente narrativo, a cui abbiamo fatto riferimento poco prima, è straordinario, questo infatti è riuscito a trasmetterci il sentimento di incredibile strazio nato nel protagonista della vicenda, Tabori, tramite il gioco degli scacchi.

Questo infatti si troverà a giocare a scacchi mettendo in gioco la vita degli ebrei del campo che, in caso di perdita, verranno uccisi davanti ai suoi occhi.

In particolare, durante l'incontro, è stato discusso il finale, inizialmente infatti, concordavamo nel ritenere il finale "aperto".

Dopo un attenta analisi è però risultato chiaro che non è affatto così. Il finale veniva da noi considerato aperto in quanto alcuni ritenevano che Frisch, il comandante delle SS e l'avversario di Mayer fossero la stessa persona e che quindi questo sia stato assassinato da Mayer per vendetta, mentre altri ritenevano che queste fossero tre persone diverse e che quindi Frisch si fosse suicidato. La conferma del fatto che tre personaggi siano la stessa persona si individua in un particolare: Frisch non gioca mai senza una posta in gioco, elemento che ritroviamo nella figura del comandante delle SS e dell'avversario di Mayer, ne deduciamo quindi che questi siano la stessa persona.

Lo stesso che aveva appena parlato gli si avvicinò, ed estratta la pistola dalla fondina gli sparò in pieno volto.

Febbraio: L'avversario di Emanuel Carrere 

L'avversario è il libro votato per il mese di febbraio.

Colosso della letteratura francese, narra la storia di un condannato a morte che, dopo aver sterminato la propria famiglia, per paura che questa potesse scoprire la sua vera identità, viene arrestato, processato e condannato a morte.

Nel corso del romanzo scopriremo quindi l'evolversi dei pensieri del condannato, antecedenti all'esecuzione.

Sarà in grado di stupirci ?

Lo scopriremo nell'articolo del prossimo mese. 

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